Al Cibus brilla la stella della Sicilia

Al Cibus brilla la stella della Sicilia

News - 27 settembre 2013 - 0 Comments - by

IL BINOMIO è sempre quello, i due ingredienti fondamentali per raggiungere l’eccellenza in campo agroalimentare sono due: l’innovazione e la tradizione. E la Sicilia abbonda di entrambi. Almeno nel campo agroalimentare. E così alla sedicesima edizione del Cibus, mostra campionaria di riferimento del panorama agroalimentare italiano d’eccellenza conclusosi ieri a Parma, la Sicilia ha messo in tavola il meglio di sé. Quest’anno l’attenzione è focalizzata sulle tipicità territoriali e in questo contesto la Sicilia ha partecipato con 153 aziende, 18 delle quali presentate come eccellenze dall’assessorato regionale alle Risorse agricole e alimentari e dall’Istituto regionale vini e oli di Sicilia.
«Oggi più che mai – afferma Dario Cartabellotta direttore generale dell’Istituto – occorre fare squadra per promuovere sugli scenari internazionali il brand Sicilia il cui potenziale in parte è ancora inespresso». C’è l’olio in tutte le sue sfumature di sapore, dall’extravergine Provenzani di Palma di Montechiaroa quello aromatizzato dell’Azienda agricola Bonanno di Campobello di Mazara a quello palermitano del Consorzio della filiera olivicola dei Barbera. Ci sono le marmellate della Pi. Gi. Esse di Siracusa, la pasta reale di Mandorlì e la pasticceria tipica, dal cannolo alla cassata, di Kreadoc. Una cornucopia di prodotti e maestranze artigianali in cui non poteva mancare l’instancabile genialità di Nicola Fiasconaro, premiato all’interno della sezione DolceItalia di Cibus per i panettoni salutistici. Due i prodotti innovativi: Zerolatte e Naturlì, il primo pensato per chi ha problemi con il lattosio e il secondo un panettone completamente biologico.
Alla Sicilia è stato dedicato un intero padiglione nel quale ben 135 aziende hanno esposto i prodotti migliori del territorio. Ossia quelli che rappresentano il sapore dell’isola, ma che da sempre si sono fatti ambasciatori della cultura siciliana nel mondo: le svariate qualità di arance, dai tarocchi alle sanguinelle, dal pistacchio di Bronte ai formaggi come il Ragusano o la Vastedda del Belice, fino alle delizie del cioccolato modicano, le erbe aromatiche e il caffè.
Ma la fiera è stata un’occasione anche per conoscere le nuove frontiere del prodotto tipico siciliano, che diventa ingrediente base per nuovi procedimenti. È il caso dei maiali neri dei Nebrodi usati da qualche tempo nella patria del prosciutto San Daniele, che hanno scelto di usare come materia prima maiali siciliani, la cui carneè ritenuta di ottima qualità, trattata col metodo San Daniele per diventare sublimi prosciutti crudi. A fare svettare la Sicilia all’interno della Food Valley del Mediterraneo quella grande condizione strutturale che ha contribuito alla formazione delle sue eccellenze: la biodiversità e le variegate tradizioni produttive costruite sulle differenti influenze culturali.

0 comments

Leave a comment

Want to express your opinion?
Leave a reply!

Lascia un Commento